Presentazioni a Lazzaro

Presentato libro: "Una città di minatori"



LAZZARO: Presentato il libro

“Una città di minatori” di Saverio Verduci

 

Si è svolta venerdì 11 dicembre, alle ore 17:30, presso la Sala Convegni del Villaggio Magna Grecia di Lazzaro, la presentazione del libro “Una città di minatori. La storia dei minatori del Comune di Motta San Giovanni” di Saverio Verduci (Disoblio Edizioni), promossa dall'Associazione Eureka, dalla Biblioteca Auxesia e dalla Pro Loco di Motta San Giovanni, con il patrocinio del Comune di Motta San Giovanni e della Provincia di Reggio Calabria. Alla presentazione, oltre agli enti e alle associazioni promotrici dell'evento, sono intervenuti: Paolo Laganà (Sindaco di Motta San Giovanni), Carmela Latella (Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione di Motta San Giovanni), una delegazione del Comune di Troina composta dall'assessore alle politiche sociali Giuseppe Macrì, dal prof. Basilio Arona e dal dott. Silvano Previtera, l'Associazione Minatori Mottesi, la Rivista Cesar, i poeti Gianni Favasuli e Ciccio Alampi, Ercole Alampi, i musicisti Ninello Verduci e Totò Surace, l'artista Irene Sitibondo, Armido Cario (Storico, Meridionalista, Membro del Centro di Ricerca sulle Migrazioni), Salvatore Bellantone (Editore), Saverio Verduci (Autore del Libro).

Il sindaco Paolo Laganà ha sottolineato come il pregio di Saverio Verduci sia la capacità di trasmettere con grande semplicità il lavoro di ricerca attraverso documenti, memorie e archivi riguardanti la storia della comunità di Motta San Giovanni, storia che a detta dell'assessore Carmela Latella va custodita da ognuno di noi e studiata nelle nostre scuole.

Nel suo libro, ha affermato l'assessore Giuseppe Macrì, Saverio Verduci racconta storie di lavoro, di emigrazione, di sacrifici, di dolore, di morte ma anche di speranza nel domani e di desiderio di riscatto che ha riguardato i minatori di Motta San Giovanni ma anche i minatori troinesi. Per questo  motivo andrebbe avviato e sostenuto un gemellaggio tra i due Comuni, che alla luce della tragedie troinesi, fanno parte della medesima comunità. Dello stesso Parere il prof Basilio Arona, che propone un gemellaggio della solidarietà, come testimonia il libro dell'autore, un libro pieno di ricordi belli e dolorosi ma anche testimonianza della grande amicizia che i minatori mottesi e troinesi stringevano tra di loro nelle miniere. Recuperare e tramandare ai poster queste storie, ha detto il dott. Silvano Previtera, è recuperare e mantenere identità, che oggi svanisce quotidianamente per effetto della globalizzazione, e che invece è la risorsa basilare per costruire il proprio futuro. Ma tale futuro va costruito assieme tra mottesi e troinesi.

Dopo una pausa di carattere artistico in cui Gianni Favasuli e Ciccio Alampi hanno recitato i loro versi in ricordo dei minatori mottesi, in cui Ninello Verduci e Totò Surace hanno cantato alcuni brani ispirati all'emigrazione degli anni del dopoguerra e in cui l'artista Irene Sitibondo ha donato alla comunità mottese l'opera “Le Cernitrici”, lo storico Armido Cario ha spiegato il lavoro certosino svolto da Saverio Verduci nel ripercorrere la storia dei minatori di Motta San Giovanni, offrendo ai lettori, storici e non, uno strumento utile per avere un quadro d'insieme della vicenda di questi operai e delle loro comunità. L'editore Salvatore Bellantone ha chiarito come il libro “Una città di minatori” sia un'opera importante perché racconta pagine della storia d'Italia che molti non conoscono e che invece andrebbero studiate in qualunque scuola della penisola, perché sono queste le pagine veritiere della storia del nostro paese.

L'autore, Saverio Verduci, dopo aver ringraziato i presenti, le autorità e quanti hanno contribuito per la realizzazione del libro, ha illustrato la composizione dell'opera mediante delle immagini inedite ed esclusive, sottolineando l'immensa mole documentaria contenuta nel testo, riguardante diverse sfaccettature del lavoro dei minatori mottese nelle miniere d'Europa.

Accesa infine la lanterna della Disoblio, il presidente dell'Associazione Minatori Mottesi ha omaggiato Saverio Verduci di una pergamena realizzata per l'occasione, simbolo dell'immensa gratitudine della comunità di minatori di Motta San Giovanni, di ieri e di oggi, perché con il suo libro “Una città di Minatori” finalmente si ricordano le pagine importanti della nostra storia.



Presentazione di "Una città di minatori"



LAZZARO: Venerdì 11 dicembre presentazione del libro

“Una città di minatori” di Saverio Verduci

Si svolgerà venerdì 11 dicembre, alle ore 17:30, presso la Sala Convegni del Villaggio Magna Grecia di Lazzaro, la presentazione del libro “Una città di minatori. La storia dei minatori del Comune di Motta San Giovanni” di Saverio Verduci (Disoblio Edizioni), promossa dall'Associazione Eureka, dalla Biblioteca Auxesia e dalla Pro Loco di Motta San Giovanni.

Alla presentazione, moderata da Maria Francesca Fassari (Redattrice), interverranno: Paolo Laganà (Sindaco di Motta San Giovanni), Armido Cario (Storico, Meridionalista, Membro del Centro di Ricerca sulle Migrazioni), Salvatore Bellantone (Editore). Sarà presente l'Autore.

UNA CITTÀ DI MINATORI indaga la storia dei minatori del Comune di Motta San Giovanni, inquadrandone i sacrifici e la vita pericolosa nel contesto migratorio a partire dagli anni del Secondo dopoguerra. Passando in rassegna numerose interviste, testimonianze documentarie e fotografiche, Saverio Verduci ricostruisce passo dopo passo le sciagure di Troina del 5 dicembre 1950 e del 4 marzo 1952, e quella delle Marcinelle dell'8 agosto 1956. Soffermandosi poi in un'analisi accurata del dramma della silicosi, malattia a cui i minatori furono irrimediabilmente soggetti, e delineando l'estrema devozione dei minatori alla figura di Santa Barbara, festeggiata il 4 dicembre contemporaneamente a Motta San Giovanni e a Lazzaro, l'autore evidenzia le differenze del lavoro dei minatori tra ieri e oggi sul piano tecnico e normativo e il rapporto della “più umile classi di lavoratori con l'A.N.M.I.L., Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro.

SAVERIO VERDUCI (Melito Porto Salvo, 1979), storico e giornalista divulgatore, è studioso di storia antica e medievale e si occupa principalmente della ricostruzione delle vicende storiche del territorio reggino e, in particolar modo, di Leucopetra (Lazzaro), dove egli vive. Nel 2006 si è laureato in Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Messina, con la tesi La Calabria nello spazio mediterraneo in epoca romana. Produzioni, rotte e commerci. Nel 2007 e nel 2010 ha conseguito presso la medesima Facoltà due Corsi di Perfezionamento post-laurea, uno in Storia e Filologia: dall’antichità all’età moderna e contemporanea, con la tesi: I rapporti commerciali tra la Sicilia e le provincie orientali in epoca tardoantica, l’altro in Studi storico-religiosi. Nel 2011 ha ottenuto il Master di II° Livello presso la Scuola di Alta Formazione in Architettura e Archeologia della Città Classica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con la tesi Rhegion fra Atene e Dionisio I. Nello stesso anno ha collaborato in qualità di stagista ad un progetto di ricerca, gestione, catalogazione e divulgazione del patrimonio storico-archivistico dell’Arciconfraternita Maria SS. del Monte Carmelo – Museo di Storia e Arte sacra Angelo Versace di Bagnara Calabra. Nel 2014, insieme ad A. Cario e A. Repaci, ha vinto il Premio Letterario Metauros con l’opera di critica storico-letteraria Rocco Giuseppe Tassone – Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – un uomo, un poeta, un intellettuale (Irda). Attualmente cura alcune pagine di storia locale e archeologia per diverse testate giornalistiche on-line tra cui Grecanica.com e Lazzaroturistica.it, e collabora con la rivista di studi storici Cesar.

Per Disoblio ha già pubblicato Leucopetra. La storia greco-romana della città (2014).

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Saverio Verduci: "Una città di minatori"



In anteprima copertina ed abstract dell'ultimo libro di Saverio Verduci... a breve la presentazione ufficiale


Abstract 

Una storia triste, dolorosa, fatta di tanti avvenimenti che hanno profondamente segnato la vita e la mente di tanti nostri concittadini; una storia che va raccontata per far conoscere alle nostre moderne generazioni i valori di tanti loro concittadini che hanno pagato, in alcuni casi anche con la vita, la loro inesauribile voglia di progredire, il loro costante desiderio di progresso umano e sociale; è una storia che evidenzia coraggio, forza d’animo intrisa di tanta solidarietà e fratellanza: è la storia dei nostri minatori.
Il Comune di Motta San Giovanni ha pagato un prezzo altissimo in fatto di perdite umane; 35 le vite spezzate sul lavoro, alcune delle quali in una serie di disgrazie che hanno, sfortunatamente caratterizzato la storia dell’attività mineraria italiana e anche mondiale; 583 i morti invece per silicosi e malattie cardiorespiratorie legate al lavoro svolto in miniera o in galleria.
Numeri che servono a riflettere sulle tristi e misere condizioni lavorative di queste persone, alcune delle quali poco più che ventenni. (…)
A partire dal 1946, l’emigrazione di tanti uomini che lasciarono il nostro paese per andare a lavorare nelle miniere o nei grandi cantieri che in quel periodo andavano progressivamente sorgendo nel nostro Paese, fu per il nostro Comune, un fenomeno di massa, che interessò dapprima il territorio nazionale e poi quello internazionale. (…)
Una vera specializzazione quella del nostro minatore che negli anni seguenti la fine della Seconda Guerra Mondiale lasciò il suo paese natio, la sua gente, i suoi famigliari andando incontro al proprio destino, a volte avverso e malvagio, altre invece benevolo.
Esaminando e studiando alcuni dati infatti, non si può non cogliere l’elevato numero di emigrati mottesi e lazzaresi che si distinse nella particolare attività del lavoro in miniera e nella realizzazione di trafori e gallerie. (…)
E’ innegabile infatti che proprio questo grande esodo di braccia abbia contribuito in maniera determinante al cambiamento storico-economico e socio-culturale del nostro paese orientandolo così, in maniera definitiva, verso la modernità che noi tutti oggi quotidianamente viviamo e prova di ciò possono essere considerati i tanti posti di lavoro ottenuti, i tanti nostri concittadini divenuti validi professionisti grazie al sacrificio dei loro padri che hanno in miniera lottato e creduto nel loro ideale per un futuro migliore.
Una modernità però costata molto ai nostri minatori che in tanti casi hanno pagato con la stessa vita, vittime di gravi incidenti, vittime delle grandi sciagure oppure “consumati” lentamente dalla malattia contratta sul lavoro. (…)
Furono infatti numerosissimi i nostri concittadini che si spostarono in tutta Italia tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta per la costruzione di quelle gallerie simbolo del nuovo progresso che interessava il nostro Paese, di quel nuovo modo di modificarsi della società italiana che dava così l’avvio ad una nuova epoca segnata dalla nascita della “modernizzazione” sociale.
E sempre dall’analisi dei dati, emerge anche che tra il 1950 e il 1960, ben il 12% dei decessi relativi alla popolazione maschile avvenuti sul nostro territorio comunale sia stato a causa della silicosi; a questi numeri vanno esclusi coloro che sfortunatamente sono morti fuori il nostro Comune e che quindi non rientrano nei dati anagrafici comunali. (…)
Una vita misera, fatta di tante privazioni e di duri sacrifici, basti pensare alle precarie condizioni di lavoro, rese ancor più impossibili da turni estenuanti sotto la pressione della continua minaccia rappresentata dalla massa rocciosa sovrastante e soprattutto con il costante pensiero nell’animo con il quale chi lavorava in miniera o in galleria conviveva, e cioè la consapevolezza di possibili cedimenti e crolli, gas velenosi ed esplosioni e la possibilità quindi non vedere più la luce del sole.
Sui cantieri poi i problemi erano rappresentati dalla pessima igiene e dal sovraffollamento degli alloggi, oltre che da un’alimentazione minima, monotona e spesso inadatta a reintegrare le energie spese durante la faticosa giornata lavorativa. (…)
Troina, Termini Imerese, Bolzano, la realizzazione di alcune gallerie lungo l’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria come quella nel territorio di Scilla nei cui lavori di costruzione  l’operaio Pietro Ligato rimase sepolto a causa di un crollo improvviso ma che riuscì a salvarsi miracolosamente dopo tre giorni di lavori di scavo tra il materiale di crollo assistiti dall’allora sindaco Davide Catanoso che rimase sul cantiere ininterrottamente fino alla fine delle operazioni di salvataggio del proprio concittadino, Montemurro in provincia di Potenza, il Sempione,  le cave e le miniere in Sardegna, il traforo del S. Bernardo, Marcinelle in Belgio, la Germania,  il traforo sulla diga di Kariba solo per citare alcuni dei luoghi più rappresentativi che hanno visto la presenza lavorativa dei nostri minatori.
Figure umane importanti come quella del dott. Benedetto Mallamaci e del dott. Bruno Attinà che hanno svolto un ruolo decisivo nel riconoscimento di tanti diritti ai malati di silicosi che hanno lavorato nelle miniere, nelle gallerie, nei grandi trafori.
 
                                                                                                                                          Saverio Verduci

Leucopetra a Reggio Calabria


Presentazione del libro LEUCOPETRA: la storia greco-romana della città. Venerdì 26 Settembre 2014, ore 18:00, presso l'archivio di Stato a Reggio Calabria. Sarà presente l'autore Saverio Verduci.


Presentato libro su Leucopetra presso "L'Accademia"


LEUCOPETRA  la storia greco-romana della città Disoblio Edizioni, Bagnara Calabra, 2014 Codice ISBN 978-88-98932-02-3. A Lazzaro il libro è in vendita presso "Esso Cogliandro" e  la cartoleria di Elena Azzarà.

LAZZARO: Presentato il libro “Leucopetra: la storia greco-romana della città” di Saverio Verduci

 

Si è svolta sabato 14 giugno, presso il Ristorante “L'Accademia” sito sul Lungomare di Lazzaro, la presentazione del libro “Leucopetra: la storia greco-romana della città” di Saverio Verduci (Disoblio Edizioni). Alla presentazione sono intervenuti Paolo Laganà (Sindaco di Motta San Giovanni), Franco Tuscano (Responsabile Centro Documentazione Parco ArcheoDeri di Bova Marina), Natale Zappalà (Ricercatore e Scrittore), Antonella Repaci (Studiosa di Numismatica e di Archeologia), Sara Crea (Associazione Culturale Athena), Salvatore Bellantone (Editore), Giuseppe Benedetto (Vice Sindaco di Motta San Giovanni), Carmela Latella (Assessore alla Pubblica Istruzione e Politiche Sociali di Motta San Giovanni), Tino Praticò (Associazione culturale Eureka), Saverio Verduci (Autore del libro).

Dopo i saluti iniziali di Sara Crea che ha sottolineato l'importanza del libro Verduci per la valorizzazione delle risorse del territorio di Lazzaro, Natale Zappalà ha chiarito i nodi cruciali della storia greca avvenuta nell'antica Leucopetra, delineati tutti nell'opera di Saverio Verduci.

Paolo Laganà si è complimentato con l'autore di Leucopetra, sottolineando come il libro sia un'ulteriore conferma della passione con cui Saverio Verduci opera da tantissimi anni affinché la storia della città venga fuori e sia conosciuta dai suoi cittadini e dai turisti, mentre Antonella Repaci ha spiegato i momenti decisivi della storia romana tenutasi nella città di Leucopetra, evidenziandone il ruolo centrale nel corso dell'Impero.

Giuseppe Benedetto ha manifestato la sua felicità per Saverio Verduci, in quanto la pubblicazione del suo libro su Leucopetra è il giusto riconoscimento per il suo operato, teso a mettere in evidenza la lunga e bella storia della città, elencandone tutte le informazioni attualmente accertate, invece Franco Tuscano ha sottolineato come il libro di Saverio Verduci sia così di ricco di contenuti storici, toponomastici, epigrafici e archeologici da dimostrare come la storia del territorio lazzarese sia un gioiello all'interno della storia plurimillenaria reggina.

Carmela Latella ha detto che il libro su Leucopetra rappresenta per i cittadini il punto di partenza per cominciare a riappropriarsi della propria identità, mediante lo studio e la conoscenza di tutti i reperti passati in rassegna dall'autore, mentre Tino Praticò ha definito l'opera di Saverio Verduci un'iniezione di cultura di cui i cittadini lazzaresi avevano bisogno per conoscere e valorizzare la storia della città.

Salvatore Bellantone ha chiarito come l'opera su Leucopetra si sposi perfettamente con la collana Clio della casa editrice Disoblio, che si concentra nella riscoperta della storia locale e, infine, Saverio Verduci ha spiegato le numerose difficoltà che ha dovuto affrontare per svolgere una ricostruzione dettagliata e precisa dei reperti presenti nel territorio della città e conosciuti.

La presentazione si è conclusa con l'accensione della lanterna della Disoblio, che ha iniziato a irradiare la città di Lazzaro (Leucopetra) in maniera nuova, con la luce della sua storia antica.

DISOBLIO EDIZIONI

http://disoblioedizioni.blogspot.it/2014/06/lazzaro-presentato-il-libro-leucopetra.html






Presentazione libro su Leucopetra


<< Cercare di ricostruire la storia del nostro territorio sicuramente non è un’impre­sa facile; numerosi sono infatti i fattori che non favoriscono questo compito; l’uo­mo e la natura in molti casi hanno cancellato, parzialmente o definitivamente, im­portanti segni del nostro glorioso passato.

Eppure esaminando in modo attento e in maniera ravvicinata il nostro territo­rio, è possibile ancora rintracciare alcuni di questi “segni” lasciati dalle genti che ci hanno preceduti (…).

Un territorio quello del nostro Comune che nell’antichità ha costituito la porta d’accesso meridionale dello Stretto, luogo di incontro della cultura orientale con la cultura occidentale.

Rintracciare questi “appunti”, studiarli, cercare di ricostruirne la loro storia non significa assolutamente riunire un insieme di date; significa comprendere l’evolu­zione del luogo nel quale viviamo, significa comprendere chi siamo e chi erava­mo (…).

Relativamente alla storia del nostro territorio dobbiamo rilevare che è stato un continuo alternarsi tra il mare e monti: quando Lazzaro fioriva in epoca greca e si consolidava in età romana, Motta probabilmente non esisteva.

Un territorio, il nostro, che ben conserva ancora oggi alcune importanti ed ine­quivocabili tracce di un suo passato; un territorio che ha ben custodito, gelosa­mente, la sua degna carta di identità; una identità fatta di cultura, di storia, di uma­nità, di civiltà (…).

Scriveva Corrado Alvaro nel suo Gente in Aspromonte: «È una civiltà che scompare e su di essa non c’è da piangere, ma bisogna trarre, chi ci è nato, il maggior numero di memorie». >>

Saverio Verduci   (Dalla Premessa)                                                                                    

 

 



LAZZARO: Sabato 14 giugno presentazione del libro “Leucopetra: la storia greco-romana della città” di Saverio Verduci

 Si svolgerà sabato 14 giugno, alle ore 18:00, presso il Ristorante “L'Accademia” sito sul Lungomare di Lazzaro, la presentazione del libro “Leucopetra: la storia greco-romana della città” di Saverio Verduci (Disoblio Edizioni). Alla presentazione, moderata da Maria Francesca Fassari (Redattrice), interverranno: Paolo Laganà (Sindaco di Motta San Giovanni), Franco Tuscano (Responsabile Centro Documentazione Parco ArcheoDeri di Bova Marina), Natale Zappalà (Ricercatore e Scrittore), Antonella Repaci (Studiosa di Numismatica e di Archeologia), Sara Crea (Associazione Culturale Athena), Salvatore Bellantone (Editore). Sarà presente l'autore.

Passando in rassegna le principali fonti documentarie, onomastiche, toponomastiche, epigrafiche ed archeologiche, l'opera mette a fuoco le più celebri pagine della storia antica svoltesi nel territorio di Leucopetra nel periodo greco e romano, evidenziando il ruolo cruciale della città sul piano politico, economico, militare, culturale, cultuale e la sua vocazione cosmopolita.

SAVERIO VERDUCI (Melito Porto Salvo, 1979), storico e giornalista divulgatore, è studioso di storia antica e medievale e si occupa principalmente della ricostruzione delle vicende storiche del territorio reggino e, in particolar modo, di Leucopetra (Lazzaro), dove egli vive. Nel 2006 si laurea in Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Messina, con la tesi La Calabria nello spazio mediterraneo in epoca romana. Produzioni, rotte e commerci. Nel 2007 e nel 2010 consegue presso la medesima Facoltà due Corsi di Perfezionamento post-laurea, uno in Storia e Filologia: dall’antichità all’età moderna e contemporanea, con la tesi: I rapporti commerciali tra la Sicilia e le provincie orientali in epoca tardoantica, l’altro in Studi storico-religiosi. Nel 2011 ottiene il Master di II° Livello presso la Scuola di Alta Formazione in Architettura e Archeologia della Città Classica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con la tesi Rhegion fra Atene e Dionisio I. Nello stesso anno collabora in qualità di stagista ad un progetto di ricerca, gestione, catalogazione e divulgazione del patrimonio storico-archivistico dell’Arciconfraternita Maria SS. Monte Carmelo – Museo di Storia e Arte sacra Angelo Versace di Bagnara Calabra. Nel 2014, insieme ad A. Cario e A. Repaci, vince il Premio Letterario Metauros con l’opera di critica storico-letteraria Rocco Giuseppe Tassone – Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – un uomo, un poeta, un intellettuale (Irda). Attualmente cura alcune pagine di storia locale e archeologia in alcune testate giornalistiche on-line tra cui Grecanica.com e Lazzaroturistica.it, e collabora con la rivista di studi storici Cesar. 

DISOBLIO EDIZIONI

http://disoblioedizioni.blogspot.it/2014/06/lazzaro-sabato-14-giugno-presentazione.html



Libro su Leucopetra


A breve la presentazione ufficiale del libro "LEUCOPETRA La storia greco-romana della città"... vi terremo informati.



<< Conoscendo la nostra storia e riappropriandoci delle nostre radici, potremo da un lato capire realmente chi siamo, e dall'altro lato studiare e valorizzare il nostro territorio e i nostri piccoli tesori che in esso si sono conservati, superando il tempo e ogni tempo >>... Saverio Verduci




Presentazione libro di Angelina Suraci




 


"Donna dell'ultimo lembo" di Angelina Suraci Prestinicola

Presentazione Domenica 6 Aprile 2014 ore 17:30 presso Ristorante L'Accademia Lungomare Cicerone Lazzaro - Reggio Calabria. I proventi volontari, derivanti dalla distribuzione del libro saranno devoluti all'Associazione di Volontariato InHoltre.


Programma:
Saluti delle Istituzioni del
Comune di Motto San Giovanni:
Sindaco Paolo Laganà
Ass. all'Istruzione Carmela Latella
 
Interventi:
Francesco Arillotta
Eva Nicolò
Caterina Festa
Pasquale Irto
Angelo Vecchio Ruggeri
Modera:
Valerio Branca




" ... Le colline brulle, tra il cretoso
ed il roccioso poco si sono prestate
alla coltivazione mentre crescevano
prosperosi e rigogliosi
"camucissi e rianaci", attaccati
alla dura roccia come l’ostrica
e che richiedevano alle giovanette
tanta forza per strapparle alla dura terra.
Con essi i forni di mattoni venivano
riscaldati per il fresco pane che sfamava,
conservato nelle "casce"
la numerosa prole delle famiglia ... '



La presenza ebraica nella storia reggina


Sabato 8 febbraio 2014,  presso il Centro Sociale “P. Capua” di Lazzaro (Motta San Giovanni), la presentazione del libro “La presenza ebraica nella storia reggina” di Felice Delfino (Disoblio Edizioni) con appendice di Saverio Verduci



«La situazione economica calabrese, dall’età tardo-antica fino al XVI secolo, è stata certamente influenzata dalle scelte del Casato salito al potere ma anche dalle decisioni prese dagli stessi dominatori nei confronti del popolo ebraico. Lo stanziamento dei Giudei in Calabria ha apportato di fatto enormi benefici in diversi settori dell’economia calabrese e il loro allontanamento dai nostri confini geografici ha avuto gravi ripercussioni […]. Cosa sarebbe accaduto se nel XVI secolo gli ebrei reggini e gli altri dislocati altrove non fossero mai stati allontanati dalle città o dai paesi nei quali hanno a lungo dimorato? Quale sarebbe stata la condizione dell’economia calabrese nei secoli avvenire al 1541, se l’editto non fosse stato mai emanato?» ... DI FELICE DELFINO