Scilla e la "costa viola"

Arcobaleno sullo Stretto di Messina


Foto di Pasquale Arbitrio 20 Gennaio 2016



E... la luna si posò


Stretto di Messina Foto di Pasquale Arbitrio -clicca per ingrandire-




Chianalea di Scilla vista da Giulia Ambrogio


Foto della nostra "giovane" e promettente inviata Giulia Ambrogio (5 anni)




 
Foto di Giulia Ambrogio (5 anni) 



Stretto di Messina di Massimo Rumi


Foto di Massimo Rumi http://www.massimorumi.com/  -clicca per ingrandire-



Stretto di Messina visto da Pasquale Arbitrio


Foto di Pasquale Arbitrio -Stretto di Messina visto da Scilla-




 
Foto di Pasquale Arbitrio






Arcobaleno da Scilla


Foto di Umberto Falcomatà tratta da https://www.facebook.com/calabria.meravigliosa
 



Ottobre a Scilla


Scilla ad Ottobre. Foto di Pasquale Benedetto



 
Foto di Pasquale Benedetto



Scilla d'inverno



Foto di Valter Cozzupoli



Scilla sotto-sopra... l'acqua



Foto di Domenico Leonardo


Scilla era una ninfa...




Foto di Valter Cozzupoli

All'inizio Scilla era una ninfa, figlia di Forco e Ceto. Scilla viveva in Sicilia (secondo alcune versioni nel sud della Calabria) ed era solita recarsi sulla spiaggia di Zancle e fare il bagno nell’acqua del mare. Una sera, vicino alla spiaggia, vide apparire dalle onde Glauco, figlio di Poseidone, che un tempo era stato un mortale, ma oramai era un dio marino metà uomo e metà pesce.

Scilla, terrorizzata alla sua vista, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva vicino alla spiaggia. Il dio, vista la reazione della ninfa, iniziò ad urlarle il suo amore, ma Scilla fuggì lasciandolo solo nel suo dolore. Allora Glauco si recò all'isola di Eea dalla maga Circe e le chiese un filtro d'amore per far innamorare la ninfa di lui, ma Circe, desiderando il dio per sé, gli propose di unirsi a lei. Glauco si rifiutò di tradire il suo amore per Scilla e Circe, furiosa per essere stata respinta al posto di una mortale, volle vendicarsi.

Quando Glauco se ne fu andato, preparò una pozione malefica e si recò presso la spiaggia di Zancle, versò il filtro in mare e ritornò alla sua dimora. Quando Scilla arrivò e si immerse in acqua per fare un bagno, vide crescere intorno a sé delle mostruose teste di cani. Spaventata fuggì nell'acqua ma si accorse che i cani erano attaccati alle sue gambe con un collo serpentino. Si rese conto allora che sino al bacino era ancora una ninfa ma al posto delle gambe spuntavano sei musi feroci di cani. Per l'orrore Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta dove abitava anche Cariddi.

Fonte Wikipedia.