Giuseppe Verduci Lazzaro
Per i 110 anni della Polfer ricordato Giuseppe Verduci
Di seguito il testo dell'intervento di Giuseppina Verduci:
ESATTAMENTE LA MATTINA DI 43 ANNI FA UNA BAMBINA CON LA SUA MAMMA ASPETTAVANO CHE IL SUO PAPA’ TORNASSE A CASA DAL LAVORO, MA PURTROPPO NON LO HANNO PIU’ RIVISTO: UOMINI MALVAGI E CRUDELI AVEVANO DISTRUTTO LA GIOIA DI VIVERE DI UNA FAMIGLIA UNITA.
ERA IL 26 GIUGNO DEL 1974, AVEVO 8 ANNI, DA QUEL GIORNO LA MIA VITA NON E’ STATA PIU’ LA STESSA: DOLORE, PIANTO, TRISTEZZA HANNO SOFFOCATO LE MIE GIORNATE, MA GRAZIE ALLA FORZA, ALLA TENACIA E AL CORAGGIO DI MIA MADRE SONO CRESCIUTA NELLA SERENITA’ E NELL’AMORE.
NONOSTANTE MI MANCASSE TERRIBILMENTE MIO PADRE, IL SUO RICORDO, INSIEME AI VALORI DI VERITA’ E GIUSTIZIA TRASMESSI DALLA MAMMA, MI HANNO AIUTATO A DIVENTARE ADULTA E SONO SEMPRE STATI LA GUIDA DA LASCIARE IN EREDITA’ AI MIEI FIGLI DAVIDE E BEATRICE.
IN QUESTI LUNGHI E DIFFICILI ANNI PASSATI, CI SONO SEMPRE STATI ACCANTO, OLTRE AI FAMILIARI E AGLI AMICI, I COLLEGHI DI PAPA’ DELLA POLFER DI GENOVA CHE, CON IL LORO AFFETTO E PARTECIPAZIONE HANNO COLMATO QUESTO GRANDE VUOTO: A LORO UN DOVEROSO RINGRAZIAMENTO.
OGGI CI TROVIAMO RIUNITI IN QUEST’AULA A RICORDARE I NOSTRI CARI CHE SI SONO IMMOLATI IN DIFESA DELLA COLLETTIVITA’ CONTRO OGNI FORMA DI CRIMINALITA’. UOMINI E DONNE DIETRO UNA DIVISA CHE, CREDENDO FERMAMENTE NEI VALORI DI QUESTA GLORIOSA ISTITUZIONE CHE NOI TUTTI CONDIVIDIAMO, HANNO SACRIFICATO QUANTO DI Più PREZIOSO PER IL BENE DI TUTTI. EROI PER AVER SVOLTO CON SERIETA’, CONVIZIONE E DEDIZIONE IL PROPRIO LAVORO.
IL NOSTRO RICORDO RIACCENDE I VALORI DELLA LIBERTA’ E DELLA GIUSTIZIA, ALIMENTA LA LUCE DELL’OTTIMISMO E LA FORZA DELLA SOLIDARIETA’, RIANIMA I NOSTRI CUORI E CONSEGNA NUOVE ENERGIE A CHI SVOLGE IL PROPRIO COMPITO CON ONESTA’.
A TUTTI I PRESENTI CHIEDO CON FORZA CHE I NOSTRI CARI POSSANO CONTINUARE A VIVERE ATTRAVERSO IL RICORDO, PERCHE’ DALL’ODIO PUO’ E DEVE NASCERE L’AMORE, DALLA DISPERAZIONE LA SPERANZA, DAL DOLORE LA GIOIA, DALLA MORTE LA VITA.
A MIO PADRE E A TUTTI I NOSTRI CADUTI, MORTI PER IL DIRITTO ALLA VITA… ANCHE DI COLORO CHE VIVONO PER DAR MORTE.
UN CARO RINGRAZIAMENTO AL CAPO DELLA POLIZIA PREFETTO GABRIELLI, A TUTTE LE AUTORITA’ PRESENTI E IN PARTICOLARE AL DR NANEI CHE, IN QUESTI ANNI HA DIMOSTRATO UN GRANDE AFFETTO PATERNO NEI MIEI CONFRONTI ED E’ STATO DI GRANDE CONFORTO PER MIA MADRE.
GRAZIE DI CUORE A TUTTI.
VERDUCI GIUSEPPINA
Foto fornite da Davide Verduci (il nipote)
Altre informazioni su Giuseppe Verduci
Nuovi uffici Polfer -P. Principe- intitolati a Giuseppe Verduci
Alla commemorazione hanno partecipato la moglie (di Giuseppe Verduci) Delia, il direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla, il direttore del Servizio Polizia ferroviaria Armando Nanei, il questore di Genova Vincenzo Montemagno, il dirigente del Compartimento Polizia ferroviaria per la Liguria Pasquale Di Donato, il Responsabile RFI locale Vincenzo Macello, il Questore di La Spezia Vittorino Grillo, il Procuratore Capo del Tribunale di Genova Michele Di Lecce, le Vice questore Polfer di Genova Dall'Aglio e Lorella Balducci, il Segretario Regionale del SAP di Genova Salvatore Marino, una dirigente della Polfer di Torino Silvia Burdese il Magistrato Mario Tuttobene e rappresentati della Guardia Forestale, Vigili Urbani, Associazione Nazionale Pensionati di PS, Guardia di Finanza e Carabinieri.
Il corpo della polizia è una grande famiglia e in ogni famiglia c'è una mamma. Delia è stata la "nostra mamma" a Genova
Comunicato stampa ufficiale del SAP (SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA)
La figlia Giuseppina oggi ha letto un breve discorso di seguito riportato:
Carissime e carissimi,
oggi per la nostra famiglia dovrebbe essere un giorno triste, sono trascorsi 41 anni dalla morte di mio padre, anni passati nel dolore e nel pianto, che però con la forza e il coraggio di mia madre mi hanno permesso di crescere nella serenità e nell’amore.
Invece, in questo giorno il nostro cuore è pieno di gioia; è stato un traguardo sofferto, di lunghe battaglie per ottenere il giusto riconoscimento a quest’eroe che credeva nella giustizia e nell’adempimento del dovere quotidiano.
In questo percorso abbiamo avuto vicino persone meravigliose che ci hanno sostenuto e hanno lottato con noi per mantenere vivo il ricordo di mio padre.
Queste persone sono qui tra noi, fanno parte della nostra famiglia e non li dimenticheremo mai.
A Giuseppe Verduci morto per il diritto alla vita anche per coloro che vivono per dare morte.
Grazie a tutti.
Giuseppina Verduci
Nel 1975 dopo appena 9 mesi dal tragico evento, la maestra elementare di Giuseppina, supplente, non ne era a conoscenza e chiese alla sua classe di svolgere un tema dal titolo: “IL LAVORO DEL BABBO”.
Questo componimento è stato riletto oggi durante la commemorazione a Porta Principe da Beatrice Verduci (figlia di Giuseppina e nipote di Giuseppe) -clicca per il video-
TEMA
“IL LAVORO DEL BABBO”
Svolgeva, perché ora il mio papà non è più con me è stato ucciso mentre prestava servizio sul treno Roma – Torino il 26 giugno 1974.
Egli faceva questo lavoro da 24 anni, il suo compito era quello di sorvegliare insieme ad altri colleghi l’atrio della stazione e lungo i marciapiedi che tutto si svolgesse con ordine.
Inoltre si occupava anche di ragazzi che, sbandati lasciavano la loro famiglia, scappando di casa in cerca di avventure che il più delle volte si risolvevano in grossi guai.
Il mio caro papà era molto generoso e faceva il suo lavoro con molto scrupolo, anche se era diventato molto pericoloso, e di persone cattive specialmente la notte ne circolavano tante.
Il suo lavoro comprendeva anche la scorta sui treni passeggeri, per far si che durante il viaggio, le persone fossero protette.
Purtroppo però la notte tra il 25 e il 26 giugno 1974 di scorta al treno Roma – Torino mentre transitava nel giro di ispezione sul vagone postale trovava dei rapinatori a rubare.
Il mio papà non ha potuto però fermare quei malviventi perché veniva ucciso in modo crudele.
Su quel vagone c’erano solo sacchi di posta, e il mio caro papà è morto per salvare e difendere qualcosa che apparteneva a tutti.
Io quella mattina lo aspettavo a casa con la mamma ma lui non è più tornato so che è morto per la sua generosità ed io sono molto orgogliosa di lui.
Ora prego sempre affinché tutti i papà del mondo possano svolgere il loro lavoro serenamente e senza pericoli, che nessun bambino e nessuna mamma piangano più.
6 marzo 1975
Giuseppe Verduci: per non dimenticare
Foto fornite da Giuseppina Verduci (la figlia)
Giuseppina Verduci aveva solo 8 anni quando suo papà Giuseppe, poliziotto in servizio presso la Polizia Ferroviaria di Genova, fu ucciso sul treno Roma-Torino il 26 giugno 1974. Dopo appena 9 mesi da questo tragico fatto, la maestra elementare di Giuseppina, supplente, non ne era a conoscenza e chiese alla sua classe di svolgere questo tema.
TEMA
“IL LAVORO DEL BABBO”
Svolgeva, perché ora il mio papà non è più con me è stato ucciso mentre prestava servizio sul treno Roma – Torino il 26 giugno 1974.
6 marzo 1975
Vice Brigadiere di Pubblica Sicurezza
Giuseppe Verduci
Nato a Motta San Giovanni (RC) il 01/02/1930.
Deceduto a Palidoro (RM) il 26/06/1974.
In servizio presso la Polizia Ferroviaria di Genova Principe, venne assassinato la sera del 26 giugno 1974 da quattro ladri a bordo del treno Roma-Genova sul quale stava effettuando servizio di scorta. Il convoglio era quasi giunto alla stazione di Palidoro (RM), quando il Vice Brigadiere Giuseppe Verduci sorprese i malviventi mentre rubavano all’interno del vagone postale. Il poliziotto tentò di reagire ma venne ferito ad una gamba a colpi di arma da fuoco e ancora vivo venne gettato dal treno in corsa, finendo travolto da un convoglio merci procedente sul binario opposto.
Il Presidente della Repubblica con suo decreto, in data 03/07/1974, gli conferiva la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione:
“Appuntato di P.S. in servizio di vigilanza al treno Roma-Torino, durante il controllo notturno sorprendeva un malvivente armato che intendeva impedirgli l’accesso al vagone postale ove i suoi complici stavano perpetrando una rapina. Ingaggiata una colluttazione col delinquente, veniva colpito da arma da fuoco e stremato, dopo una ulteriore lotta, veniva gettato dal treno in corsa. Un convoglio ferroviario sopraggiunto in senso opposto ne dilaniava orrendamente il corpo. Fulgido esempio di attaccamento al dovere e di consapevole sprezzo del pericolo. Palidoro, 26/06/1974.”
SAN MICHELE ARCANGELO PATRONO DELLA POLIZIA
La chiesa festeggia il 29 settembre gli Arcangeli San Michele, San Gabriele e San Raffaele. Il primo è anche Santo patrono della Polizia di Stato da sempre considerato il difensore della giustizia.
Per i cristiani l´Arcangelo S. Michele è considerato il più potente difensore del popolo di Dio, del bene contro il male. Proprio per questi motivi con un “Breve” pontifico di Papa Pio XII del 29 settembre 1949 l’Arcangelo è stato ufficialmente proclamato patrono e protettore della Polizia per la lotta che il poliziotto combatte tutti i giorni come impegno professionale al servizio dei cittadini per l’ordine, l’incolumità delle persone e la difesa delle cose.
40° anniversario della morte di Giuseppe Verduci
In data 26.06.2014, il Sap Liguria e il Sap di Genova, unitamente ai famigliari hanno celebrato il 40° anniversario della morte del Vice Brigadiere Giuseppe Verduci in servizio presso Polfer di Genova Principe... tratto dal sito http://www.sap-liguria.org/