Un ragazzo di Calabria
Un ragazzo di Calabria: 4 locandine inedite
A casa di "Zio Peppino" Nicola Laganà ci sono 6 locandine del film, 4 delle quali inedite.
Foto di Claudine Magnaldi
Lo zio Peppino e il suo copione
"Un ragazzo di Calabria" film del 1987 girato da Luigi Comencini tra Lazzaro, Motta San Giovanni, Palizzi, Pentidattilo e Scilla.
Foto fornite da Claudine Magnaldi
Ho colto l’attimo
Il caso. Il posto giusto al momento giusto. Un incontro. Di quelli che, a volte, possono cambiare il corso della propria vita o più semplicemente, trascinare in un’avventura unica, ricca di emozioni e di scoperte. Un momento di pura magia. Un attimo sospeso in aria, indimenticabile. Tutto questo l’ha vissuto Nicola Domenico Laganà, un giorno di Marzo 1987.
Quella mattina, si reca alla cava di Capo d’Armi a Lazzaro come lo fa ogni giorno. Una sorpresa lo aspetta. Molta gente. Moltissima gente si trova sul posto.
- “Cosa sta succedendo ?” chiede al fedele amico M.
- “Sono quelli del cinema” risponde l’amico
Aveva sentito parlare di un film che stavano girando a Lazzaro e dintorni ma non si era interessato più di tanto alla vicenda.
-“Quello che sta arrivando verso di noi è il regista. Luigi Comencini” gli soffia l’amico
Sta passando accanto a loro quando Nicola gli afferra il braccio e lancia :
- “La fermo !”
- “Perché mi ferma ?” chiede il regista sbalordito
- “Perché lei è una persona che si deve salutare” sentenzia Nicola
Breve silenzio.
- “Me la fa una parte ?” interroga Comencini, un sorriso sulle labbra
- “L’ho già fatta” risponde Nicola
- “Ho visto !” commenta il regista
Sono ormai le ore 22. Il telefono squilla. E’ l’amico che chiama.
- “Ti vuole vedere il regista !”
- “A me ?” lancia, sorpreso, Nicola
- “Hai un appuntamento domani con lui”
- “Domani non posso” risponde come se nulla fosse.
Non si reca all’appuntamento fissato dal regista. Il quale però non si arrende e fissa un appuntamento per il giorno successivo. Questa volta, Nicola, insospettito, decide di recarci insieme alla moglie. Il regista lo fa aspettare a lungo. Poi viene chiamato. Si trova in una grande stanza circondato dagli attori protagonisti. Luigi Comencini non lo guarda nemmeno e non scambia ne una parola ne uno sguardo con lui. E poi “Quando il maestro, rivolgendosi ad altri, pronunciò : “la fa lui la parte” … Carpe diem. Ho colto l’attimo.” (1)
Ad un tratto, sono i diversi tecnici della troupe a circondarlo. Nicola torna a casa, poco dopo, il copione sotto il braccio con il compito di memorizzare la parte dello Zio Peppino.
Spero di aver riportato fedelmente il racconto di Nicola Laganà, che ringrazio di cuore per la sua disponibilità nei miei - nei nostri - confronti, per i documenti che non ha esitato ad affidarmi e per questo suo entusiasmo comunicativo.
Ha concluso il nostro incontro dicendo, sorridendo : “Sarà stata la mia calabresità a convincere Comencini”. (2)
Claudine Magnaldi
(1) Scritto da Nicola Laganà sulla prima pagina del copione
(2) Al suo posto era previsto un attore di una compagnia teatrale siciliana
Lo zio Peppino si chiama Nicola Domenico Laganà. Ha 78 anni e vive a Pellaro.