Lazzaro (ciclo)turistica
Anche se lontana dai grandi tracciati cicloturistici, la zona di Lazzaro presenta dei percorsi e dei luoghi che sicuramente la faranno apprezzare dagli amanti delle due ruote che avranno la fortuna di scoprirli.
Uno degli aspetti più apprezzabili è il clima. Se risulta facile immaginare che il clima sia migliore rispetto a molte regioni d’Italia, forse è più difficile pensarlo in estate. Però è così!! L’umidità bassa rende le temperature assolutamente sopportabili. Certo, non ci possono aspettare strade ombreggiate, però nei paesi attraversati è tutt’altro che raro trovare fontane pubbliche dove riempire le borracce di acqua fresca.
Due sono gli inconvenienti per i ciclisti:
- a prescindere dal percorso che si vuole fare, occorre passare per la statale ionica (andando verso sud, inoltre, c’è una galleria non evitabile a Capo d’Armi; più avanti, a Melito, ce n’è una seconda, evitabile transitando per il centro);
- il vento è una presenza abituale nello Stretto; nel programmare l’uscita è bene valutarne la direzione.
Ma vediamo più in dettaglio alcuni percorsi che possono essere effettuati avendo Lazzaro come punto di partenza:
Palizzi Superiore
Si prende la statale ionica in direzione di Capo d’Armi, fino a Palizzi Marina (sono circa 30 km). Anche se la strada è lungomare, non si può definire pianura. Sia chiaro, non ci sono salite vere, però è molto vallonata. Da Palizzi Marina, si sale a Palizzi superiore, per un dislivello di 300 m: i primi 4 sono sostanzialmente pianeggianti, gli altri 5 presentavano una pendenza del 6-7%. Palizzi Superiore è un piccolo borgo, molto caratteristico, dominata da un castello. Non ci sono possibilità di fare percorsi circolari, per cui è necessario girare la bici e fare rientro sullo stesso percorso dell’andata.
Spropoli
Si prende la statale ionica in direzione di Capo d’Armi, fino a Palizzi Marina (sono circa 30 km). Anche se la strada è lungomare, non si può definire pianura. Sia chiaro, non ci sono salite vere, però è molto vallonata. Da Palizzi Marina, si lascia la statale e si percorre la costiera fino a Spropoli, per altri 7 km. Non ci sono grosse difficoltà, a parte un capo da superare, però ci sono degli bellissimo scorci sulle spiagge e sul mar Ionico.
Pentidattilo
Si prende la statale ionica in direzione di Capo d’Armi, fino ad Annà (circa 10 km). Da qui si abbandona la statale per salire a Pentadattilo (4 km, dislivello 250 m). Una volta arrivati nel piazzale del paese, è possibile proseguire fino al centro del paese, affrontando un ripido tratto in cemento che termina con muro in pavè al 20% e due tornanti molto stretti tra le case. Impegnativo, ma la vista dalla terrazza davanti alla chiesa che spazia fino alla Sicilia e, in particolare, all’Etna, ripaga dello sforzo.
Bova
Si prende la statale ionica in direzione di Capo d’Armi, fino a Bova Marina (circa 25 km). Da qui, si lascia la statale per salire a Bova: sono 13 km e 800 m di dislivello. Salita molto irregolare, che alterna tratti più impegnativi a tratti in cui è possibile recuperare. In ogni caso, il grazioso centro storico ripaga degli sforzi della salita.
Motta San Giovanni – Madonna del Leandro
Si prende la statale in direzione nord, fino al bivio per Motta San Giovanni. Il tratto è breve, per cui conviene fare qualche pedalata in più in quanto poi sarà salita! La salita è di circa 6 km e porta dal mare fino al centro del paese, a 450 m. Salita molto regolare. Da qui, è possibile proseguire fino al Santuario della Madonna dell’Oleandro (5 km, alt. 750 m), salita molto irregolare con numerosi muri con pendenze ben superiori al 15%. La salita totale viene ad essere di circa 11 km e 750 m di dislivello.
Fossato ionico
Si prende la statale ionica in direzione di Capo d’Armi, fino a San’Elia (9 km). Da qui, si lascia la statale in direzione Fossato Ionico. La salita misura circa 15 km, con un dislivello di 640 m. I primi 3 km sono impegnativi, poi la strada spiana. Da segnalare, al 4 km, un punto panoramico (dedicato alla scrittore Edward Lear) da cui osservare frontalmente lo sperone di Pentidattilo (bellissimo anche di sera, quando il paesino è illuminato) oltre la vallata della fiumara Amendola. Poco più avanti, alcuni tornanti annunciano l’abitato di Masella, superato il quale ci si inoltra in una gola suggestiva. A circa metà salita, si superano una serie di tornanti piuttosto impegnativi nell’abitato di Montebello Ionico. Da qui, la salita prosegue senza pendenze estreme (restano da superare 200 m di dislivello) e si possono ammirare gli ulivi che sono coltivati nella zona, in particolare nei pressi di Fossato Ionico.
Gambarie
Anche questo sarebbe un bel giro (almeno credo), ma non sono riuscito a farlo e quindi non posso raccontarlo!
Luca Zucconi